È partita martedì sera la rinascita dello Scalo Legnami del porto di Trieste, un’area strategica sottoutilizzata destinata a diventare un moderno terminal multipurpose per merci convenzionali.

Dopo mesi di polemiche, colpi di scena e trattative serrate, il Comitato portuale ha dato il via libera alla concessione dell’area per i prossimi 15 anni. A gestire lo scalo dal 1o gennaio 2009 sarà General Cargo terminal (Gct), società in cui si sono fuse le due cordate inizialmente in corsa per la concessione: la stessa Gct, in precedenza formata solo da Pacorini e Ocean, e Agentimar, composta da 23 operatori marittimi del Friuli Venezia Giulia, tra cui spiccano i nomi di Tripcovich e Cosulich. Grazie alla mediazione dell’assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi, i due concorrenti hanno raggiunto un’intesa che ha permesso di presentare al Comitato una sola richiesta condivisa. Secondo l’accordo – definito venerdì – nella nuova Gct i due ex avversari detengono ora il 45% delle quote a testa, mentre a completare il quadro con una partecipazione minoritaria del 10% è la holding regionale Friulia, tramite cui la Regione potrà esercitare quel ruolo di garanzia che le è stato richiesto. Presidente della riformata società è stato eletto Luigi Glarey, dirigente della stessa Friulia.

Chiusasi la partita per la concessione, ora lo Scalo Legnami è finalmente pronto a decollare: sul piatto ci sono ben 3 milioni di euro di investimenti, necessari per trasformare l’area – che tra magazzini e piazzali si estende per 148 mila metri quadrati e dispone di ben 350mila lineari di banchina – in un moderno terminal multipurpose. L’obiettivo è quello di arrivare a movimentare 300mila tonnellate di merci già al primo anno: puntando su granito, metalli non ferrosi, legno e materie plastiche. Quello raggiunto la scorsa sera nella sede dell’Authority giuliana è il traguardo di una corsa lunga ed insidiosa per lo scalo triestino, che ha rischiato di incrinare anche i rapporti di “buon vicinato” con il porto di Capodistria. La Gct, infatti, era composta inizialmente da Pacorini, Ocean e Adria Terminali, controllata da Luka Koper, società che gestisce lo scalo sloveno.

La discesa in campo di quest’ultima, però, aveva da subito creato malumori negli ambienti triestini – istituzioni locali comprese -, indispettiti all’idea di concedere, seppur indirettamente, spazi alla concorrenza. A farsi avanti per lo Scalo Legnami con una proposta concorrente, era stata anche l’Agentimar, formata esclusivamente da operatori locali. Vista l’equipollenza tra i due progetti, il presidente dell’Authority, Claudio Boniciolli, aveva proposto al Comitato Portuale di ricorrere alla licitazione privata per risolvere l’impasse. A quel punto, però, era stata Luka Koper a far marcia indietro, abbandonando la corsa e definendo “non maturi” i tempi per una collaborazione italo-slovena. Una decisione che ha rimescolato le carte in tavola, facendo strada all’ipotesi di un accordo tra cordate, come poi è avvenuto.

(Fonte – Shippingonline.ilsecoloxix.it 19/12/2008)