tratto da “Il Piccolo” 13/02/2012
Contatti con Rail cargo Austria. E Gct punta a convincere qualche armatore ad avviare un servizio di linea regolare
di Riccardo Coretti
Crescita costante, un accordo con le ferrovie austriache e un megaimpianto fotovoltaico: aria nuova allo Scalo Legnami, dove gli obiettivi di General cargo terminal potrebbero anche portare nuovi posti di lavoro. Misurata in Libia, Alessandria d’Egitto, Beirut e un porto della Siria. Sembra la lista dei “punti caldi” del Mediterraneo, delle città protagoniste della “primavera araba”.
Invece è l’elenco delle destinazioni per le navi che collegano lo Scalo Legnami di Trieste conMedio Oriente e Africa.
Già da solo questo dato può essere sufficiente per capire che i traffici, nei mesi passati, hanno avuto qualche difficoltà per la situazione contingente.
Difficoltà che non sembrano aver scoraggiato il neo amministratore delegato Claudio Grim, da sei mesi alla guida di General cargo terminal, società guidata dal Gruppo Gavio 42% attraverso Terminal Frutta Trieste) con Pacorini Metals
(30%), gruppo Ocean (18%) e Friulia (10%), la finanziaria regionale.
«In questi mesi – spiega Grim, già amministratore delegato all’autoporto di Fernetti e oggi membro del cda della stessa struttura – abbiamo messo sotto controllo il bilancio, che chiuderà in netto miglioramento. C’è da lavorare su alcuni settori principali e soprattutto sul numero di approdi nave». Nel corso del 2010 ne sono arrivate 37, nel 2011 sono state 57 ma è il dato di gennaio che fa ben sperare: 11 navi in un solo mese.
Per spiegare ancor meglio la crescita di quest’area di porto, si può far riferimento alle tonnellate di merce trattata: 128mila nel secondo semestre del 2009, 236mila nel 2010, 318mila nel 2011. Allo Scalo Legnami si importano metalli
non ferrosi e si esportano legname e altri generi merceologici provenienti dall’Austria, dall’Ucraina e dai Balcani verso Libia, Egitto, Libano e Siria.
Ma è intensa anche l’attività del piazzale, dove per lo stoccaggio sono a disposizione oltre 150mila metri quadrati, retrostanti i 350 metri di banchina alla quale possono attraccare navi fino a 11 metri di pescaggio.
Ma cosa ci si aspetta per il futuro a breve termine? «Il nostro obiettivo è quello di convincere qualche armatore a mettere su un servizio di linea regolare. Resta tanto da fare, sia mediante un attento controllo dei costi che attraverso un’intensa attività di marketing nel Nord Italia e nell’hinterland europeo», risponde Claudio Grim. Per raggiungere questi scopi il nuovo amministratore delegato sta per tirare fuori un asso dalla manica, a sua disposizione con il recente ingresso delle ferrovie austriache nel trasporto merci del porto di Trieste grazie a Trieste marine terminal. Grim infatti ha già avuto alcuni incontri con Rail cargo Austria – e precisamentecon Linea spa, il braccio operativo che a breve verrà ribattezzata Rca Italia – per mettere in piedi un collegamento settimanale con l’Austria e il centro Europa per il trasporto di legname e metalli.
L’ultima chicca nei progetti di Gct riguarda la possibilità di rimuovere le pericolose tettoie contenenti amianto e sostituirle con un megaimpianto fotovoltaico.
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