tratto da “Il Piccolo” 21/10/2011
Scalo Legnami e Terminal frutta sul Molo V sono i paletti piantati dal Gruppo Gavio nel Porto di Trieste in attesa, almeno così sembrava fino a ieri, di un investimento ancora più grosso e in grado di mettere un cappello sull’intera attività dello scalo regionale.
Ultimamente agli onori delle cronache per la vicenda Penati, nella quale risulta invischiato anche Bruno Binasco (da sempre anima del Gruppo), il Gruppo Gavio è ancora alle prese con una non facile fase di successione dopo la morte nel 2009 di entrambi i fratelli, Marcellino e Pietro, che avevano creato dal nulla un vero e proprio impero. I figli dei fondatori, quattro cugini, hanno deciso un futuro incentrato su porti e ferrovie. Gli interessi delle varie società coprono il settore autostradale, delle costruzioni (un terzo di Impregilo), nella distribuzione dell’energia elettrica e altro ancora, comprese diverse e significative partecipazioni finanziarie (Mediobanca e Generali tra queste). Enorme sarebbe, però, anche l’esposizione verso le banche.
Al Porto di Trieste il Gruppo Gavio ha la maggioranza di Gct (General cargo terminal), concessionaria dello Scalo Legnami, dopo la recente acquisizione delle quote di Pacorini Metals Italia. Un business, quello dello Scalo Legnami, che pare interessare il gruppo, disposto a nuovi investimenti nel settore del multipourpose da condividere con il resto dei soci (Pacorini Metals Italia, Oceane Friulia).
Gestione in solitaria, invece, tramite la controllata Ttf, del Molo V con il Terminal frutta, dove è già stato presentato un progetto di ampliamento che prevede di interrare lo spazio acqueo con l’attiguo Molo VI in gestione alla Parisi.
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